La carriera, la musica e la big family. Intervista alla cantautrice Rosmy
Un perfetto mix di pura energia e genuino talento! Così potremmo riassumere la frizzante personalità di Rosamaria Tempone, in arte ROSMY, da poco entrata a far parte del mondo del cantautorato italiano.
Dal 21 maggio 2018 è online su YouTube il video di “INUTILMENTE”, il nuovo brano della cantautrice pop lucana che così anticipa il suo primo album di prossima pubblicazione. Il suo percorso artistico vanta già numerosi riconoscimenti e premiazioni, nonché le sue radici l’hanno portata a scoprire un legame che potremmo definire quasi genetico con la musica e con le varie forme d’arte.
ROSMY possiede grande versatilità: è attrice teatrale, interprete e vocalist del suo gruppo musicale tutto lucano “The music Family”, dei fratelli Tempone, ed ha inoltre investito i suoi studi per poter avere un contatto diretto con i giovani ed ecco perché, come lei stessa sottolinea, sono tutte le sue passioni a renderla così speciale; nessuna di queste prevale sull’altra, ma piuttosto si fondono continuamente.
Il premio Mia Martini del 2016 è certamente uno dei primi traguardi da te raggiunti. Il brano “Un instante di noi” non solo è stato accolto molto positivamente, ma vanta anche la collaborazione di un’icona della musica quale il produttore dei Modà, Enrico “Kikko” Palmosi. Quanto ha inciso questo evento e la vittoria in sé sulla decisione di continuare ad inseguire il tuo sogno?
Sicuramente è stata l’occasione per spiccare il volo e per entrare nella musica emergente italiana con un ruolo più definito. Il premio “Mia Martini” è stata la conferma che la strada che stavo seguendo era giusta.
Anche la famiglia sembra avere un ruolo fondamentale nella tua vita, come del resto i tuoi antenati musicisti che hanno portato le loro melodie fino a Parigi e a New York. Queste singolari origini ti hanno permesso di capire più chiaramente quale sarebbe stato il tuo futuro nelle arti e nello spettacolo o le hai interpretate come una piacevole coincidenza?
È importante essere consapevole di ciò che si è, quindi delle proprie origini, qualunque esse siano, per poter capire le coincidenze di passioni che sentì inevitabilmente dentro e per poi riuscire mettere a fuoco quale è la tua vera natura artistica.
Dopo molte vittorie hai continuato a stupire tutti con la tua potenza vocale, ma soprattutto la tua capacità di trasmettere al pubblico il senso e le emozioni delle parole che canti, anche quando queste parole non erano tue mediante la sfida dell’interpretazione, come nel programma “Quelle brave ragazze”, trasmesso su Rai 1. Hai maturato questa capacità col tempo ed anche grazie all’insegnamento o è sempre stata una peculiarità del tuo carattere?
Credo che sia parte di me, perché tutto ciò che faccio lo sento dentro e cerco di trasmettere le emozioni creando feeling, empatia. Questo conta!
Non è semplice trattare temi come quelli di cui ti occupi: la violenza nelle sue varie forme, il carico emotivo dell’amore, la rassegnazione alla solitudine contro il desiderio della libertà. Soprattutto non è facile lasciare un’impronta di sé negli altri. Cosa ti auguri di lasciare alle persone dopo un tuo primo ascolto?
Credo che nella musica non deve mai mancare il contatto diretto con la società, dove trovi quell’energia e quell’emozione giusta che ti porta a raccontare la vita e ciò che succede intorno a noi, e magari poter essere un conforto, un aiuto, o semplicemente un’emozione.
Lavori come cantautrice solista da soli due anni, ma il primo album è già alle porte. Da donna forte e indipendente quale sei hai lanciato un’operazione di crowdfounding per dar vita al tuo progetto “Ho scelto di essere libera” che a quanto pare ha addirittura superato il traguardo predisposto. Cosa credi abbia giocato in tuo favore alla luce di un tale risultato?
La gente che ha creduto in me, che mi segue, quella che io chiamo da sempre la mia “Big Family”
Questo dimostra che la tua “Big Family” vuol farsi sentire ed è pronta ad accogliere le tue novità, come ad esempio la partecipazione al Premio Lunezia 2018, un’altra tappa fondamentale alla tua ascesa. Quali sono le tue aspettative circa quest’evento e per questa florida stagione?*
Prima di tutto cercare di non deluderli e comunque sia, loro sanno che io ce la metterò tutta. Essere finalista al Premio Lunezia vuol dire essere apprezzata anche dagli addetti ai lavori e questo gratifica molto per un artista che decide di mettersi in gioco ed aprirsi alla musica di qualità.
Come sei solita evidenziare, il contatto diretto tra le persone sta annullandosi sempre più, ma in compenso i tuoi fan sembrano seguirti con grande passione. Che rapporto speri di instaurare con le persone che ti ammirano e ti sostengono, e in che modo utilizzi i social network che oggi rappresentano una grande opportunità per farti conoscere e sentire in tempo reale?
Oggi se non sei “social” sei fuori dal mondo, ma io come ho sempre detto voglio esserci e ci sono. Seguitemi! ma prediligo anche il contatto diretto con chi mi segue, ho già iniziato un tour che mi ha visto in alcune importanti città italiane per poter non solo scrivere e comunicare con il mio pubblico ma anche incontrare e abbracciare. Il contatto social è come stare al telefono con una persona cara, ovvero mantenere i contatti, ma nulla è più bello di quando ci si incontra di persona.
Aspettiamo con ansia l’uscita del tuo primo disco, il quale comprenderà sia i singoli che hai già rilasciato che pezzi inediti. In che modo stai lavorando al prodotto finale e cosa significa per te realizzare un così grande progetto musicale che potrebbe segnare l’inizio di una splendida carriera?
È da tempo che ho voglia di creare qualcosa che unisce e ben rappresenta quello che sto portando avanti. Quando credi in qualcosa, prima o poi arriva, ma proprio perché ci credi ti prendi il tempo giusto affinché sia qualcosa di speciale. È bello pensare che la mia musica, magari nata in solitudine, in una stanza possa crescere per poi camminare con le proprie gambe in giro per il mondo.